Come si fa un contratto di affitto a canone concordato

Si parla di canone concordato in riferimento a un prezzo d’affitto che non supera quanto previsto dalle tabelle concordate tra Comune e associazioni di categoria: per procedere alla registrazione di un contratto di questo tipo è possibile consultare siti specifici come www.canoneconcordatonline.it.

Contratto di affitto a canone concordato: come si fa

Quando ci si chiede come si fa un contratto di affitto a canone concordato è necessario tener presente che si tratta di una forma di contratto di locazione, che prevede un accordo tra due contraenti: il conduttore e il locatore (o concessionario). Il costo della locazione è dunque fissato a partire da accordi locali delle organizzazioni della proprietà edilizia e delle organizzazioni dei conduttori.

È la legge n. 431/1998 a regolare il meccanismo del contratto di locazione: consultandola è possibile comprendere nello specifico come si fa un contratto di affitto. Tale legge illustra la necessità  che le parti del contratto ad accordarsi su alcuni aspetti del contratto di locazione che nel rispetto delle condizioni e dei limiti del contratto e della legge, possono quindi essere determinati dalle parti:

  • il valore del canone: che viene stabilito tenendo conto degli accordi delle organizzazioni dei proprietari edilizi e delle condizioni previste dalla legge per l’accesso alle detrazioni. Per calcolarlo bisogna inoltre tener conto di alcuni parametri come la posizione dell’immobile all’interno della città e le condizioni dell’abitazione.
  • la durata del contratto: non inferiore ai tre anni al di là di alcune eccezioni straordinarie come la disdetta da parte del locatore. La proroga del contratto può essere di due anni, mentre sono necessari sei mesi di preavviso per disdire una locazione a canone concordato.
  • clausole aggiuntive.

Questo tipo di contratto può essere applicato a tutti gli immobili privati ad uso abitativo ovvero locazione residenziale, transitoria e a favore di studenti universitari.

Agevolazioni fiscali per il proprietario nel contratto di affitto a canone concordato

Uno dei vantaggi dei contratti d’affitto a canone concordato è rappresentato dalle agevolazioni fiscali tanto per il proprietario della casa quanto per l’inquilino.

Le agevolazioni fiscali per il proprietario dipendono in primo luogo dalla duplice possibilità circa la registrazione del contratto:

  1. nel caso in cui l’immobile sia affittato senza cedolare secca è prevista un’agevolazione per la registrazione dei contratti riguardanti immobili ubicati in Comuni ad alta tensione abitativa.
  2. se l’immobile è affittato con cedolare secca non è necessario il pagamento delle imposte di registro e di bollo né in sede di registrazione né in caso di eventuale risoluzione anticipata del contratto.

Altro importante parametro è poi il reddito del locatore:

  • nel caso di persona fisica che abbia scelto la cedolare secca: alla base imponibile è applicata l’aliquota ridotta del 10%.
  • in caso di persona fisica che non abbia scelto la cedolare secca: il reddito è determinato sulla base delle regole ordinarie. Una riduzione aggiuntiva del 30% è inoltre prevista per i Comuni ad alta tensione abitativa.

Una terza casistica è quella relativa a società o di persona fisica che agisce nell’esercizio di impresa, arte o professione. In questo caso il reddito di locazione rientra in quello di impresa o di professione.

Agevolazioni fiscali per l’inquilino nel contratto di affitto a canone concordato

Le agevolazioni fiscali previste dal contratto di affitto a canone concordato si estendono anche agli inquilini dell’immobile. In primo luogo sono previste agevolazioni in base al reddito per inquilini di immobili adibiti ad abitazione principale.

  1. chi tra questi ha un reddito complessivo fino a 15.493,71 euro ha diritto ad una detrazione di 495,80 euro. Inoltre, se aventi un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, hanno diritto ad una detrazione di 991,60 euro per i primi 3 anni.
  2. coloro che invece hanno un reddito complessivo superiore a 15.493,71 euro ma inferiore a 30.987,41 euro, hanno diritto ad una detrazione di 247,90 euro.

In secondo luogo esistono agevolazioni dipendenti dal Comune di residenza.

  • gli studenti universitari iscritti presso una facoltà distante almeno 100 km dal Comune di residenza godono di una detrazione del 19% su un importo massimo di 2.633 euro.
  • i lavoratori dipendenti hanno diritto ad una detrazione di 991,60 euro per i primi 3 anni se:
  1. hanno trasferito o trasferiscono la residenza nel Comune di lavoro nei tre anni precedenti a quello di richiesta.
  2. utilizzano l’immobile come ad abitazione principale
  3. abitano un immobile che dista almeno 100 km dalla residenza e si trova in una regione diversa.

Letteralmente la locuzione canone concordato fa riferimento all’impossibilità da parte del proprietario dell’immobile  di scegliere liberamente il prezzo dell’affitto. Questo al contrario deve essere stabilito tenendo conto di un range specifico, fissato dall’ accordo territoriale di riferimento per il proprio Comune. Il calcolo del prezzo deve poi essere confermato da una tra le associazioni rappresentative di categoria.

Nel caso di contratti d’affitto privi di associazioni rappresentative di categoria, secondo quanto confermato dall’Agenzia delle Entrate, per beneficiare della agevolazioni fiscali bisogna richiedere degli accordi territoriali il rilascio alle organizzazione firmatarie degli accordi territoriali il rilascio.

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