Forasiepe, altro nome dello scricciolo: dove vive e quali sono le sue caratteristiche

Lo scricciolo comune, noto anche come forasiepe, è un uccello passiforme, di piccole dimensioni, che comprende ventinove sottospecie, e per questo lo si può usare nelle metafore quando si indica una persona piccola. Ma quali sono le vere caratteristiche di questo piccolo uccello? Dove si trova?

La sua descrizione

Questo uccello, dalla forma tonda, è grande appena dieci centimetri, con una coda appuntita, che tiene sempre sollevata, un becco sottile e lungo, e delle zampe robuste e lunghe. Per queste sue caratteristiche fisiche, è un animale agile e scattante.

Il suo piumaggio è di colore castano, sulle ali e sulla coda, mentre l’addome è chiaro, con dei piccoli tratti neri, ed un lungo sopracciglio, sempre chiaro. Il suo canto, è armonioso e squillante, dal trillo prolungato, forte ed acuto. Come tutti gli uccelli, si nutre di insetti e piccoli invertebrati, ma non è insolito che ingerisca anche delle bacche, nelle stagioni più fredde.

Il suo habitat e la sua biologia

Il forasiepe vive in Europa, in Asia, nel Nordamerica e e nel Nordafrica, tra i cespugli e in luoghi umidi. In inverno, è possibile trovarlo anche presso centri abitati e pianure, mentre in estate preferisce la montagna.

Durante la stagione degli amori (che inizia alla fine aprile), lo scricciolo nidifica proprio nei cespugli, oppure nel terreno, in vecchie case diroccate e nelle cavità arboree, costruendo il suddetto nido con ramoscelli, stelli e del muschio. I maschi sono poligami, e in alcuni casi costruiscono più di uno, di questi nidi. La femmina depone dalle cinque alle dieci uova, di un colore giallo bianco, per una quindicina di giorni circa, e la madre baderà ai pulcini per altri quindici. I pulcini nati, rimangono nel nido per molto tempo, finché non diventano autosufficienti, ma anche in quel caso, durante la notte, ritornano al nido, che usano proprio come un dormitorio.

Alcune curiosità

Nonostante le dimensioni, nel folclore il ruolo di questo uccello è tutt’altro che piccolo. In Francia, ad esempio, una leggenda che lo scricciolo si fosse impossessato del fuoco, ma durante la sua discesa a terra, le sue ali si incendiarono e fu costretto a lasciare il fuoco al pettirosso, che si bruciò il petto. Allora, quest’ultimo lo cedette all’allodola, che fu l’unico uccello a consegnarlo all’uomo senza bruciarsi. In Normadia e nella Bretagna del nord, a questa parte della storia, se ne aggiunge anche un’altra, in cui il pettirosso riceve piume da altri uccelli, per sostituire le sue ormai arse, fatta eccezione del barbagianni, che da allora ha in ostilità gli altri uccelli.

Nella Francia del Nord e in Inghilterra, c’è anche un’altra credenza, che lega il forasiepe al solstizio d’inverno e all’oltretomba, e durante il giorno di Santo Stefano gli era addirittura dedicata una cerimonia, in cui si uccideva e appendeva a un palo, per seppellirlo in seguito, in un cimitero consacrato. Durante il resto dell’anno, invece, veniva protetto, perché si diceva che ucciderlo portasse disgrazia.

In Giappone, invece, è considerato un animale di buon augurio, perché si narra che fu l’epifania di un dio, che dal cielo portò fuoco agli uomini, mentre una leggenda pellerossa, che vede al centro il suo trillo molte forte, insegna che tutti possono essere felici, anche la creatura più piccola, che può sempre innalzare un canto di di ringraziamento al cielo.

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