I popoli lontani: come celebravano i riti funebri?

Luoghi geograficamente distanti da noi come la Nuova Zelanda e la Nuova Guinea hanno preservato le tradizioni funebri più caratteristiche delle popolazioni autoctone. Se pensiamo all’Oceania, non possiamo non concepirla come un insieme di terre selvagge che ha nascosto per tanto tempo usi e costumi che sono estranei alla nostra Europa. All’interno di questo piccolo articolo, il focus sarà tutto sulle usanze funebri dei popoli Maori e Huli, che appartengono alla Nuova Zelanda e alla Nuova Guinea. Queste terre, nonostante le colonizzazioni, sono state capaci di mantenere preservate e intoccate le loro radici, mettendo in atto una parte delle cerimonie funebri più antiche mai sperimentate.

La Nuova Zelanda e il dio dei Maori

Per colpa del loro isolamento geografico, i Maori della Nuova Zelanda sono stati capaci di sviluppare una visione estremamente personalizzata della morte e del suo conseguente lutto. La maggior parte del loro Pantheon è stato simile a quello della Polinesia, successivamente ad un abbondante flusso migratorio. In seguito, l’arrivo dei cristiani missionari ha stravolto la ritualità del luogo, anche se non in maniera definitiva. Oggi la mitologia e le tradizioni sono legate a doppio ad un modo di vivere ed esprimere il folklore, che anima e caratterizza l’identità Maori. Secondo la più antica tradizione, esistono due elementi che sono assenti nella loro visione dell’aldilà: il giudizio in seguito alla morte e la successiva idea che il mondo del sottoterra sia un luogo di sofferenza e dolore.  A causa delle influenze percepite dalla religione cristiana, il loro dio della morte, Whiro, viene concepito con dei caratteri da diavolo, simili a quelli del diavolo cristiano: oscuro e tenebroso. Whiro si nutriva di corpi morti che lo fortificavano.

La Nuova Guinea e gli Huli

Parallelamente alla nuova Zelanda, la Nuova Guinea è una terra lontana animata da un forte mix etnico e culturale. Proprio come la Nuova Zelanda è rimasta isolata per parecchio tempo e, lo sbocciare di tradizioni autoctone, ha permesso che il popolo degli Huli, etnia della zona meridionale, potesse costruire una ritualità connessa alla terra, ai cambiamenti del tempo e alle danze tribali. Il rapporto tra il regno dei vivi e quello dei morti è precisato da un confine sottile e i dama, cioè gli spiriti, sono classificati sulla base di tre tipologie: avi benefici, predatori e spiriti causa di malattie.
Gli usi e i costumi dei popoli provenienti da molto lontano, sembrano distanti dal nostro modo di concepire il rito funebre; tuttavia, il modo in cui una qualsiasi società si muove intorno alla sacralità della morte, a grandi linee, è sempre la stessa. Clicca qui per saperne di più su come si organizza un funerale, troverai una squadra esperta pronta a rispondere a tutte le tue domande.

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