Le promesse di matrimonio: ecco quali erano le usanze più belle nel mondo

In Italia, quando una coppia si fidanza può decidere se condividere la gioia con parenti e amici magari durante una cena oppure organizzando un festa vera e propria. Nel mondo, tuttavia, c’è chi segue dei rituali veri e propri, in diverse culture, e certe usanze, sia per il fidanzamento che per il matrimonio, che nascono da alcuni riti passati. Per saperne di più, basta continuare a leggere questa pagina.

Le promesse di matrimonio nell’antica Grecia e nell’antica Roma

Si potrebbe cominciare a vedere i rituali di matrimonio e fidanzamento dell’antica Grecia, in cui gli sposi facevano la promessa di lasciarsi il passato alle spalle, per sottolineare il valore iniziatico del matrimonio. Era uso, infatti, che i due sposi, in particolare la ragazza, offrissero agli dei i propri giochi, gli abiti e le chiome che li avevano accompagnati nell’adolescenza.

Nell’antica Roma, era il fidanzato che, per difendere la compagna dai cattivi spiriti, doveva fare una promessa di protezione, sollevandola tra le braccia quando varcavano per la prima volta la porta della propria casa (da qui è  nata questa tradizione). La sposa, da parte sua, manifestava la propria gioia allo sposo indossando un velo giallo e recitando la formula rituale “Ubi Gaius, ego Gaia“, ovvero “Dove tu sei Gaio, io sono Gaia“.

Un rituale simile a quello dell’antica Roma, per proteggere la futura sposa, era adottata anche dai mongoli, in cui il fidanzato per assicurarsi che la sua sposa fosse al sicuro, gli donava una cassetta che conteneva dolci, vari alimenti ed un baule contenente un ombrello che, una volta aperto, doveva proteggerla contro i rovesci della sorte.

Altri rituali

Una volta, nel centro-sud dell’Italia, c’era l’usanza che i due sposi si scambiassero dei doni per ravvivare il proprio fidanzamento. La ragazza donava al proprio sposo una camicia bianca, mentre lui le regala della frutta secca, dei dolci, orecchini, una collana e dei fiori d’arancio (che oggi vengono associati sempre al matrimonio ed alcune spose li scelgono come fiori per il proprio bouquet).

Nel rito celtico del matrimonio, l’elemento centrale è l’albero di fico, che simbolicamente faceva riferimento alla sessualità e alla fecondità. Per caricare di energia la pianta doveva compiere nove giri attorno al tronco (il nove è un numero magico, per i celti), in senso antiorario, e lo sposo doveva fare la stessa cosa nel senso inverso, facendo degli inchini ogni tre giri. Alla fine, si ritrovavano faccia a faccia e si abbracciavano stretti. Se l’albero, poi, era colmo di frutti, ne prendevano uno, spaccandone a metà e mangiandolo, completando così il rito.

Gli alberi per attirare la fecondità, erano anche un punto centrale nei rituale indiano, che sembra ancora presente. I due sposi, infatti, dovevano piantare due alberi vicini, i cui rami andrebbero legati con dei nastri, e seguire il rito nella fase di luna crescente. Anche questo caso, la coppia si abbracciava e si scambiava alla fine anche un bacio. Gli antichi germani, invece, appendevano sugli alberi vari ornamenti in occasione dei matrimoni, per proteggere gli sposi dalla discordia, causata da degli spiriti malvagi.

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