Secondo dei dati dell’ISTAT, risalenti al 2012, sempre più coppie preferiscono sposarsi più in comune che in chiesa, ma cosa bisogna fare per contrarre matrimonio con rito civile?
Gli aspetti burocratici
Come per la cerimonia cattolica, anche per il rito civile sono richiesti dei documenti, ossia:
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l’atto di nascita, di entrambi gli sposi;
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un certificato contestuale, che attesta il proprio stato civile, la residenza e la cittadinanza;
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un documento d’indentità;
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un modulo di richiesta pubblicazione.
Nel caso che uno o entrambi siano già stati sposati, è necessario che presentino in comune la sentenza di divorzio, e lo stesso vale in caso di vedovanza. Le pubblicazioni di matrimonio verranno poi esposti nel comune di residenza, e dopodiché si lasciano passare una decina di giorno, ed allora viene rilasciato il nullaosta alle nozze e il matrimonio, per un limite massimo di sei mesi.
Per quanto riguarda i costi, l’iter burocratico prevede solo quelli delle marche da bollo, ovvero 14,62 euro per ogni comune di residenza, in aggiunta a 0,26 euro per il rilascio del Libretto Internazionale di Famiglia, ovvero un documenti che riporta eventi di stato civile di un nucleo familiare.
La cerimonia civile
Ad “officiare” questo matrimonio è, generalmente, il sindaco del comune di residenza o un suo delegato. In alcuni casi, sono gli sposi a sceglierlo tra uno dei loro parenti o amici, che abbiano raggiunto la maggiore età e non siano dei familiari stretti.
Gli sposi devono avere ciascuno due testimoni, ed il rito consiste nella lettura del Codice Civile, in Municipio, seguita dal consenso dei due coniugi, davanti ai testimoni e al celebrante. I tempi per contrarre un matrimonio civile sono piuttosto brevi, ed è bene che gli sposi decidano bene come organizzare il ricevimento ed acquistare gli abiti.