Scolopendre: che animale è? E’ velenoso?

Lo scolopendre dall’aspetto somiglia a un millepiedi dotato di spine, e sicuramente non è gradevole a vedersi, ma ancor peggio è il suo veleno. Per saperne di più su questo animale e su cosa fare se dovesse mordere, si può continuare a leggere questa pagina.

Descrizione e habitat

Questo antropode fa parte della famiglia dei chilopodi, e la sua specie comprende più di ottanta specie o sottospecie. Il loro corpo è appiattito, robusto e massiccio, protetto da delle placche dure, e durante l’anno è soggetto a diverse mute. I suoi colori vanno dal bruno scuro al blu, e variano a seconda dell’età. Si può suddividere il suo corpo per due sezioni, ovvero il tronco e la testa. Ha quattro occhi, divisi per due lati della testa, e un paio di antenne. Il resto del suo corpo, invece, è suddiviso per più di venti segmenti, dotati di zampe veloci che lo aiutano a correre veloce ed afferrare la sua preda.

Esso si nutre di invertebrati, topi, lucertole, rane ed uccelli. La femmina depone delle uova che protegge con il suo corpo e non abbandona e i piccoli nascono sul suo petto. Il loro habitat è presso le zone temperate ed equatoriali, e prediligono i posti ombreggiati, tra sassi, foglie morte, grotte, etc. In zone climatiche si possono trovare nelle foreste, montagne e deserti.

Il veleno dello scolopendre

Il veleno di questo animale è una combinazione di istamina, serotonina ed acetilcolina, ed è tossico sia per gli animali che per gli uomini. Per questo, in Cina, si riteneva che lo scolopendre fosse associato agli spiriti maligni o ai demoni, e che divorassero donne e bambini, ma nella medicina tradizionale di questo paese, esso veniva usato come rimedio per calcolosi, reumatismi e delle malattie della cute. In Corea, invece, la polvere ricavata dall’antropode si usa per contrastare i mal di schiena, piaghe e foruncoli.

Per l’uomo, questo veleno è letale a seconda della specie di scolopendre che lo emette e delle proprie condizioni fisiche (un soggetto affetto da allergie può avere uno choc anafilattico), ma in tutti i casi esso provoca gonfiori, stati febbrili, infiammazioni, vertigini, cali di pressione e tachicardia. Dopo aver assorbito il veleno nel giro di qualche giorno, si hanno comunque dolori, pelle irritata ed un’eccessiva sudorazione. Il veleno non è così potente da causare la morte, ma può comunque far insorgere delle necrosi.

Quando si viene punti da questo animale, la prima cosa da fare è applicare del ghiaccio, sia sul punto del morso che sul cuore, in modo da bloccare le tossine. I decessi dovuti a questo veleno sono pochi, ma per una cura è necessario recarsi al più presto al pronto soccorso.

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