L’utilizzo delle pratiche funerarie ha origini in tempi antichi, oggi abbiamo numerosi reperti che ci riportano indietro nel tempo per quello che riguarda il funerale.
Quella della celebrazione della morte rimane uno degli eventi più importanti, che viene fatto da esperti di settore, come le pompe funebri a Roma, ad esempio Cattolica San Lorenzo, vediamo come funzionava durante il periodo dell’antica Roma.
La struttura del funerale nell’Antica Roma
Le pratiche funerarie erano considerate di vitale importanza dai Romani, che presero ispirazione dagli Etruschi, che ci hanno lasciato numerose tombe come reperti archeologici.
La base del funerale romano si basava sulla corrente filosofica dello stoicismo, che grazie a filosofi come Catone, Cicerone era arrivata a Roma e si basava sul concetto del “memento mori”, che portava a celebrare quella che era stata la vita.
I riti funebri venivano descritti dalle fonti antiche e dalla necropoli e dagli scritti che ci hanno lasciato, andiamo a vedere alcuni importanti punti delle cerimonie funebri.
Una delle fasi principali del funerale romano era la processione funebre, che veniva fatto soprattutto per quello che riguarda i personaggi pubblici.
Questo veniva chiamato “ funus pubblicum e prevedeva un discorso elogiativo, fatto solitamente da un alto membro del senato.
Il feretro della persona deceduta veniva portato nel Foro, per l’elogio funebre, chiamato “laudatio funebris”, che consisteva nei parenti più stretti del defunto che pronunciavano il nome del defunto.
Una volta finita questa cerimonia, si procedeva con la cremazione, dove prima venivano aperti gli occhi del defunto; questo perché la concezione era che costui dovesse entrare nell’aldilà ad occhi aperti.
Il corpo del defunto veniva poi bruciato insieme a quelli che erano gli oggetti più importanti per lui in vita e una volta raccolte le ceneri e messe nell’urna cineraria queste venivano poste all’interno della tomba, che veniva chiamata colombaia.
Le celebrazioni del funerale romano
Il funerale romano si caratterizza per le grandi celebrazioni che venivano fatte a monte della morte della persona cara.
La morte veniva vista come una contaminazione per la famiglia del defunto e perciò che venivano fatte delle pratiche considerate di purificazione e veniva fatto il giorno stesso del funerale un banchetto.
Le celebrazioni terminavano nove giorni dopo il funerale con una grande festa, chiamata “coena novendialis”, versando del vino sula tomba.
Durante questi nove giorni la casa rimaneva impura e veniva adornata con rami di cipresso e tasso che servivano ad indicare che la casa era in lutto.
Le celebrazioni venivano fatte:
- In occasione del compleanno del defunto
- Durante il parentalia, la settimana della commemorazione dei defunti